IoT e medicina: la smart health

By 6 dicembre 2017IoT, Mondo smart

Sensori digeribili, inalatori e lenti a contatto connessi, applicazioni per combattere la depressione, wearable device per monitorare i parametri vitali. È tutto più reale di quanto possiamo immaginare. Sono diversi anni che la ricerca è impegnata in questo settore e negli ultimi tempi è possibile toccare con mano l’efficacia delle innovative tecnologie in ambito sanitario. Sempre più spesso sentiamo infatti parlare di IoMT: Internet of Medical Things. In poche parole, quando la medicina incontra il digitale: la smart health. L’IoT non è infatti appannaggio esclusivo di grandi aziende con un ciclo produttivo automatizzato, la ormai famosa Industry 4.0 in cui il digitale fa da padrone. Di fatto è entrato nelle nostre case, possiamo gestirlo tramite smartphone e app dedicate ed è fisiologico che abbia trovato una giusta applicazione anche nel campo della medicina.

Nella sanità la digitalizzazione è più lenta rispetto a tanti altri settori e questo è dovuto soprattutto ai tempi necessari alla ricerca e ai conseguenti progetti pilota, indispensabili per garantire sicurezza ed efficienza dei nuovi sistemi testati. Soprattutto se hanno a che fare con la salute di milioni di persone. Ad oggi però, dopo anni di sperimentazioni, sono sempre di più le nuove tecnologie disponibili ed effettivamente implementate in campo medico. Il grande vantaggio che apportano è prima di tutto quello di rispondere a importanti esigenze: non solo monitorare il trattamento di cura e il comportamento del paziente, ma anche la possibilità di fare analisi predittive, migliorare la prevenzione, gestire lo stato generale di salute e benessere di una persona. In poche parole, l’IoMT non si riduce solo ai reparti ospedalieri, ma va ben oltre. Tanto per fare un esempio, a Singapore è operativo RoboCoach per assistere gli utenti nello svolgimento della corretta attività fisica da svolgere giornalmente. O ancora, IBM ha lanciato a Bolzano il “Secure living project”, un progetto che consente alle persone più anziane di vivere tranquillamente a casa propria, senza avvalersi di strutture esterne.

Quello che serve ora, è un piano di gestione che sia puntuale e capillare, che riesca a coinvolgere tutto il territorio nazionale, ancora troppo frammentato. L’IoT in medicina migliora la qualità della vita perché dispone di applicazioni in grado di raccogliere dati costantemente e in real-time: integrandoli con quelli provenienti dallo storico degli ospedali, possono creare dei modelli previsionali sull’incidenza delle malattie grazie al machine learning. Senza contare il considerevole risparmio, anche a fronte di un ingente investimento iniziale, sul medio e lungo periodo. Investimento che riesce ad offrire un sevizio sanitario sempre più efficace, puntuale e su misura. Bill McDermott, chief executive officer di Sap, ritiene fondamentale l’integrazione di informazioni provenienti da ricerche mediche, registri sanitari elettronici, sequenze di genomi e tanto altro. Per il personale sanitario che riesce a gestire i dati in maniera più veloce e produttiva migliorando la diagnostica, per il paziente stesso che sarà più attivo e consapevole sia della cura sia nel monitoraggio del suo stato e infine, per il rapporto tra medico e paziente, che sta andando via via a definirsi secondo questi nuovi standard.

Il tutto in virtù del fatto che abbiamo aspettative di vita più lunghe, che dovranno essere accompagnate da cure sempre più specifiche e tecnologicamente più evolute. Ed è qui che entrano in gioco il web, i big data, l’Internet of Things e i servizi cloud.

La virtual reality in IoT e medicina

Una case history: l’IoT di Fujitsu

A partire da ottobre 2017, Fujitsu ha avviato un programma pilota della durata di sei mesi presso il Gate Expertise Center della clinica di riabilitazione Sint Maartenskliniek di Nimega, in Olanda. Lo scopo ultimo è quello di velocizzare la riabilitazione dei pazienti migliorando le cure sfruttando sensori intelligenti. In particolare, vengono usati dei dispositivi IoT indossabili per monitorare il percorso di riabilitazione di 50 pazienti nel recupero delle proprie facoltà motorie. Dati relativi all’equilibrio, alla mobilità, alla gait analysis (l’analisi del passo) sono sempre stati studiati per identificare la causa sottostante di vari problemi legati alla motricità e per controllare i progressi dei pazienti. Grazie a tecnologie IoT questo può essere reso molto più efficace.

In concreto, i pazienti indossano sensori intelligenti su petto, polsi e caviglie. Questi sensori includono un accelerometro che ricava misurazioni tridimensionali molto accurate del movimento. E ovviamente anche altri parametri vitali: ritmo del sonno, pressione sanguigna, equilibrio, battito cardiaco, ritmo respiratorio. I dati raccolti e memorizzati consentono un monitoraggio del paziente 24/7 indipendentemente da dove si trovi. È possibile inoltre seguire i pazienti nel corso degli esercizi ottenendo un prezioso patrimonio di dati diagnostici per avere un quadro completo del benessere e dei progressi di un paziente. Tutto questo ricoprendo un arco temporale maggiore rispetto alle singole visite di controllo: non solo in ospedale, ma anche a casa.

Con questo programma pilota, Fujitsu si è imposto dei grandi scopi: migliorare i risultati clinici, aumentare il comfort dei pazienti, aiutare il personale sanitario ad ottimizzare la qualità delle cure prestate, intervenendo con maggior rapidità ed efficienza. Un supporto reale e concreto alle decisioni mediche.